Scritto da: BPR Group
La storia dell’umanità è da sempre intrecciata con quella della tecnologia. Dal fuoco, prima grande scoperta capace di illuminare ciò che non era visibile, fino all’intelligenza artificiale, ogni innovazione nasce dal desiderio di superare i limiti naturali e ampliare le nostre capacità. Ogni tecnologia, in fondo, non è che un’estensione del pensiero umano; uno strumento creato per aiutarci a “vedere” più lontano.
Per il terzo anno consecutivo, BPR Group ha scelto di sostenere il Festivaletteratura di Mantova, il più importante evento culturale e sociale della città, sponsorizzando l’evento Dal fuoco all’AI: Neuroscienze del progresso tecnologico.
Il dibattito è stata un’occasione illuminante per favorire il dialogo su temi cruciali per il nostro futuro e stimolare una riflessione collettiva sul legame inscindibile tra uomo e tecnologia.
A guidare il pubblico in questo tema attuale sono state Martina Ardizzi, neuroscienziata e autrice de L’Algoritmo bipede, ed Elisabetta Tola, giornalista e divulgatrice scientifica. Con i loro interventi hanno offerto spunti preziosi per comprendere come le tecnologie che creiamo plasmino la società e, al tempo stesso, come l’essere umano resti sempre al centro di ogni progresso.
In questo articolo ripercorriamo, dunque, l’evoluzione del rapporto tra uomo e tecnologia, esplorando le connessioni profonde che continuano a definire il nostro presente e il nostro futuro.
La mente estesa: evoluzione, neuroscienze e tecnologia
Scrittura e lettura sono il linguaggio stesso del pensiero, in quanto, rendono tangibili idee e concetti e ci permettono di tramandare conoscenze. La mente, intesa come strumento di rielaborazione, non è limitata solo all’interno del cranio. Oggi, infatti, si parla di mente estesa, perché pensiamo anche attraverso il corpo e gli strumenti tecnologici che ci circondano. La tecnologia, in questo senso, non sostituisce l’umano, ma ne amplifica le capacità, diventando parte integrante del nostro modo di vivere e di pensare.
Nella preistoria, il passaggio dalla quadrupedia alla postura eretta, ha segnato una svolta decisiva, in quanto ha permesso al corpo umano di trasformarsi, insieme alla mente. Da un lato, l’apparato fonatorio si è riorganizzato, permettendo la produzione di suoni complessi che i primati non erano in grado di emettere; dall’altro, le mani si sono liberate per plasmare utensili sempre più sofisticati.
In questa evoluzione, le aree del cervello dedicate al controllo dei movimenti della mano si sono sviluppate in stretta connessione con quelle del linguaggio, generando una sinergia unica tra gesto e parola. Da questo intreccio sono nate vocalizzazioni più articolate, capaci di trasmettere informazioni vitali, come la presenza di una preda o di un pericolo imminente.
Il linguaggio è diventato, così, molto più di un mezzo di comunicazione, quanto piuttosto, la prima vera forma di trasmissione del pensiero; lo strumento finalizzato alla condivisione di conoscenze, al coordinamento di azioni e alla costruzione di una relazione sempre più profonda con l’ambiente e con la comunità.
Oggi, le neuroscienze confermano la forza di questo legame tra cervello e tecnologia. Negli ultimi vent’anni è stata scoperta la neurogenesi, ovvero la capacità del cervello adulto di generare nuovi neuroni. Questo ci dice che il cervello è estremamente plastico e che si rimodella continuamente in risposta agli stimoli, comprese le tecnologie. Non si adatta tanto all’oggetto contingente – destinato a cambiare rapidamente – quanto alla funzione che quel mezzo abilita. In questo processo, la memoria stessa si trasforma in una memoria “transattiva”, la quale presuppone che non serva ricordare ogni dettaglio, ma sapere come e dove ottenere una funzione o un’informazione.
In questa prospettiva, la mente estesa diventa la chiave per comprendere il nostro rapporto con l’innovazione, in un dialogo continuo tra corpo, cervello e tecnologia, capace, non solo di accompagnare l’evoluzione umana, ma anche di orientarne il futuro.
Tecnologie ontologiche: come ci rapportiamo a Chatbot e all’Intelligenza Artificiale?
Oggi, nuove tecnologie ci portano a porci una domanda fondamentale: cosa ci distingue, come umani, da chatbot e intelligenza artificiale?
Nel corso della storia, abbiamo già conosciuto strumenti che hanno potenziato le nostre capacità motorie, sensoriali e cognitive: dal fuoco alla ruota, fino ad arrivare alla scrittura e alla stampa. L’intelligenza artificiale, però, si differenzia dai precedenti, in quanto si colloca a livello di pensiero, operando attraverso il linguaggio.
La ricerca si è interrogata e si interroga tutt’ora su quanto sia diverso dialogare con un’AI rispetto a parlare con una persona fisica e quale impatto abbia questa esperienza. I dati mostrano un paradosso: da un lato ci fidiamo delle risposte delle macchine, perché riproducono con grande efficacia il linguaggio umano; dall’altro proviamo un senso di straniamento, proprio perché ci sembrano “troppo umane”.
Nonostante questa ambivalenza, l’AI porta con sé un grande vantaggio: interagire con questi sistemi ci costringe a formulare domande più chiare, a distinguere ciò che è utile da ciò che è superfluo e a ricercare la verità tra le informazioni. Per questo, sempre più spesso, si parla di tecnologie ontologiche come strumenti che, non solo ampliano le nostre capacità, ma trasformano il nostro modo di pensare.
Il ruolo di BPR Group: guidare l’integrazione della tecnologia
Come ci insegna la storia, l’integrazione di nuove tecnologie ha sempre suscitato perplessità nelle fasi iniziali. Tuttavia, l’obiettivo non è respingere le novità, ma saperle comprendere e integrare. Infatti, la plasticità del nostro cervello, combinata alla sua capacità di evolversi e rimodellarsi, ci ha sempre permesso di definire nuovi equilibri nel rapporto con la realtà e con gli strumenti che creiamo.
Al centro resta sempre l’essere umano, perché ogni innovazione è davvero efficace solo quando arricchisce il valore delle persone e delle comunità. Per questo, la nostra partecipazione al Festivaletteratura rappresenta per noi un impegno costante nella trasformazione della tecnologia in un’opportunità condivisa, con l’obiettivo di promuovere un approccio responsabile della tecnologia, stimolando domande critiche sul suo utilizzo e aiutando aziende e organizzazioni a integrarla valorizzando il capitale umano e creativo.
In BPR Group crediamo che la tecnologia debba essere compresa, guidata e integrata nel tessuto sociale, culturale ed economico di ogni azienda per diventare strumento abilitante a servizio dell’uomo. In concreto, il nostro team di esperti è in grado di accompagnare le realtà aziendali in percorsi di trasformazione digitale consapevole, attraverso un approccio che unisce cultura Lean e strumenti tecnologici, con l’obiettivo di integrare innovazione e tecnologia per generare valore duraturo.
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